L’ansia da palco in ambito artistico. Possibili interventi.

Potrebbe sembrare strano che una persona che svolge un’attività artistica a livello professionale o amatoriale possa “soffrire” di ansia da palcoscenico, eppure che l’artista in questione sia un musicista, un attore o che debba danzare, l’aspetto emozionale-psicologico si riflette direttamente su quello comportamentale rischiando di invalidare in maniera più o meno significativa la performance artistica.
Le conseguenze di un vissuto ansioso una volta saliti sul palco si manifestano a livello fisico, emotivo e cognitivo e vanno direttamente in conflitto con la voglia ed il desiderio dell’artista di mettersi in gioco e trasmettere al pubblico il proprio talento, la propria personalità e le proprie emozioni attraverso il canale artistico che gli è più consono.
L’espressività fisica, la mimica facciale, la capacità di gestire le proprie abilità vocali o la fluidità dei movimenti rappresentano diversi aspetti artistici che possono essere influenzati negativamente.
L’ansia da palcoscenico ha caratteristiche simili all’ansia da prestazione o sociale.
In entrambi i casi si possono rilevare timori legati al giudizio altrui riguardo la propria performance. Differentemente chi sale su un palco ha, come detto, la voglia di mettersi in gioco ponendosi volontariamente ad un pubblico giudizio accettando le conseguenze positive o negative della performance offerta.
L’ansia che l’artista vive è in parte dovuta ad un tratto caratteriale ed in parte dovuta allo stato psicologico evocato dalla situazione che sta vivendo e si manifesta su diversi livelli: emotivo, fisico, cognitivo e comportamentale.
Tale combinazione può creare un quadro disfunzionale per l’artista e per la prestazione in quanto rischia di perdere il senso del “qui ed ora” necessario per rimanere “centrato” e focalizzato.
Se l’ansia sorge relativamente ad una performance futura e/o imminente, spesso essa è rafforzata da uno o più eventi spiacevoli avvenuti nel passato. In tal modo si crea un quadro situazionale per il quale chi viva l’ansia da palco proietta un possibile fallimento futuro sulla base di uno o più eventi passati.
Così come avviene nello sport, la persona si trova a metà tra i ricordi del passato e le proiezioni negative del futuro venendo meno, di fatto, il loro essere nel presente, nel “qui ed ora” dove è più importante che si trovino.
Questa situazione avrà molto probabilmente una ripercussione negativa sulla prestazione con il rischio di arrivare all’evitamento dell’evento ansiogeno.
Il trattamento dell’ansia da palco prevede un lavoro di sostegno e rinforzo delle abilità abilità cognitive della persona.
Si può lavorare sul pensiero, sull’aspetto emotivo e sulla capacità di modulazione dello stesso, sul senso di autoefficacia e, di consegienza, di autostima.
In molte occasioni la chiave di volta risiedeva in un aspetto della vita dell’artista che nemmeno lui o lei immaginava ma che, una volta trattati gli aspetti più in superficie, emergevano in maniera prepotente e che spesso non erano direttamente legati alla disciplina artistica praticata.


L’artista perciò ha la possibilità di affrontare diverse problematiche attraverso alcuni interventi risultati particolarmente efficaci:

Si può lavorare attraverso tecniche di :

Training autogeno

Esercizi fisici (respirazione, rilassamento, stretching)

Tecniche cognitive (desensibilizzazione)

Strategie di Coping

Mental Training e Tecniche di Rilassamento e Visualizzazione.

Queste forme di intervento risultano particolarmente efficaci, soprattutto se combinate tra di loro in relazione alle necessità della persona e del suo vissuto.
Le conseguenze positive riguardano la
Comprensione di sé, Capacità di autoregolazione e stabilizzazione emotiva dell’individuo, il miglioramento della prestazione o della performance dell’artista.

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