Mindfullness: Approfondimenti.

L’utilità della Mindfulness: l’esercizio corporeo come strumento terapeutico.

Ogni tensione muscolare, sia essa cronica (parte cioè della nostra armatura caratteriale), oppure generata da uno stress temporaneo di qualsiasi genere e gravità è un “buco” nella nostra capacità di sentire il nostro corpo, quindi di percepire noi stessi.

Nella contrazione rimane trattenuta l’energia dell’emozione “pericolosa” che ci siamo negati: di conseguenza, non solo non siamo più in grado di manifestarla (piangendo, urlando, ridendo, pestando i piedi) ma non siamo neppure più capaci di sentirla.

Ogni tensione muscolare è un vuoto nella nostra capacità di percepire noi stessi, un vuoto nel nostro senso di identità.

Il corpo di ogni persona può essere rappresentato come una “mappa dei buchi d’identità” che lo caratterizzano; una mappa, cioè delle parti bloccate, insensibili, tagliate fuori dalla percezione. Poiché si tratta di buchi nella percezione della propria identità corporea ed emozionale, quindi nella consapevolezza della propria realtà, le persone tenderanno a privilegiare l’identificazione con un’immagine ideale di sé, costruita sulla base di “ideali dell’Io” e “illusioni dell’Io”.

Come abbiamo visto, specifici ideali e illusioni caratterizzano ogni tipo caratteriale. L’analisi bioenergetica ha proprio l’obiettivo di portare le persone a disidentificarsi con la propria immagine ideale, o narcisistica, e a ricongiungersi con la propria realtà fisica ed emotiva. Per farlo, abbina allo strumento verbale, tipico delle altre terapie, uno strumento che le è peculiare: l’esercizio corporeo.

Gli esercizi, sciogliendo le tensioni e i blocchi muscolari, consentono alle persone di evocare e rivivere le emozioni che in quelle tensioni e in quei blocchi erano custodite. Quando le emozioni rimosse riemergono alla consapevolezza, vengono elaborate analiticamente con il terapeuta, e via via reintegrate nel senso di identità delle persone.

Il percorso si sviluppa su 5 step.
Nelle terapie individuali o di gruppo, con la bioenergetica si eseguono specifici esercizi volti a sciogliere tensioni e blocchi muscolari nelle diverse aree del corpo con la guida e l’aiuto di un conduttore.
Contrazioni generate da stress temporanei ma anche blocchi cronici, inscritti nell’armatura caratteriale si possono affrontare con esercizi attraverso i quali il corpo si libera dalle tensioni, l’energia intrappolata nei muscoli contratti riprende a circolare, e le persone possono rientrare in contatto con quelle parti di sé che si erano chiuse alla loro percezione.
Poiché l’investimento corporeo ed emotivo a volte si rivela molto elevato, durante i 5 step il conduttore segue la persona o il gruppo gestendo momenti di particolare attivazione emozionale (come un pianto improvviso) aiutandoli a respirare profondamente e a gestire il momento. Il conduttore, che propone gli esercizi e vigila sui processi in atto, è insomma una presenza che garantisce contenimento al gruppo, e sostegno alle singole persone che si trovino a vivere emozioni che da sole non riescono ad arginare.
Ogni esercizio si sviluppa secondo un ciclo di “contrazione” ed espansione, che è il ciclo naturale dell’energia. Nella fase di “contrazione” il muscolo (o il gruppo di muscoli) su cui si sta lavorando viene sottoposto a tensione. Quest’aumento di tensione, provocato volontariamente, è, in qualche modo, una cura di tipo omeopatico: sovrapponendo tensione (volontaria) a tensione (involontaria e preesistente) il corpo viene stimolato a reagire, rilasciando e liberando lo stress contenuto in quell’area.
La liberazione della carica avviene tramite movimenti vibratori, che in genere si sviluppano involontariamente quando i muscoli raggiungono la tensione limite, ma può essere resa più immediata da un movimento espressivo.
Per esempio i polpacci: se costretti con opportuni esercizi a tendersi e caricarsi, a un certo punto iniziano spontaneamente a vibrare, e questo processo naturale può essere rafforzato invitando le persone a scalciare, o a battere i piedi per terra. Dopo la scarica, l’organismo può finalmente rilassarsi: scarica e rilassamento coincidono con il momento dell’espansione.
La tensione muscolare accumulata in risposta alle situazioni ambientali e sociali quotidiane può essere paragonata a un’automobile che, bloccata in mezzo alla strada, impedisce il normale fluire del traffico: a poco a poco la circolazione ne risente, non solo in quella strada, ma in tutta la zona, e alla fine nell’intera città. Se si riesce a far ripartire l’auto, la circolazione riprende invece a fluire regolarmente.
Così all’interno delle persone un blocco muscolare impedisce il normale fluire di energia metabolica (sangue e respiro) non solo nell’area interessata al blocco, ma in varia misura in tutto l’organismo. Quando si consente alla tensione muscolare di scaricarsi, e quindi ai muscoli di rilassarsi, tutti i fluidi vitali riprendono a circolare liberamente, col risultato di rimettere le persone in contatto con il loro corpo e le loro emozioni (nelle parti in cui non scorre energia, infatti, non si percepisce il proprio corpo, né le emozioni lì trattenute).